È accaduto piano, piano e, quasi,
non ce ne siamo accorti. È stata come una marea montante ma graduale, un
allagamento impercettibile eppure costante, continuo e inarrestabile. Era sotto
gli occhi e le orecchie di tutti, ma quasi nessuno se n’é accorto; e quei pochi
più sensibili che seppero registrarlo forse non lo credettero pericoloso più di
tanto.
E così, adesso, ce ne stiamo
tutti qui, impantanati in questa palude di chiacchiere assurde, inutili,
condizionate e condizionanti, quasi mai veritiere, ma sempre aggressive,
violente, livide di odio mal celato.
Faccio riferimento a quella
pratica oramai quasi globale di parlare e sparlare di tutto, a proposito e a
sproposito, ma sempre con una convinzione assoluta e inattaccabile che non si
perita di dare il minimo ascolto ad alcuna voce discordante.
Sospetto che Internet e i vari social network ne siano stati i maggiori
responsabili: in maniera graduale le persone scoprirono un giorno che potevano
dire la loro, che disponevano dei mezzi per esprimere i propri giudizi e far
valere le proprie opinioni. Molti iniziarono a farlo. Dapprima con cautela e
circospezione… Il fenomeno debuttò in sordina, trattenuto all’inizio dal pudore
e dalla vergogna. Dovrei dire: da un sano pudore e da una giustificata
vergogna. Presto, però, uomini e donne trovarono il coraggio di superare questi
orpelli della coscienza di altri tempi, e sospinti dall’arroganza, dalla
presunzione, dal narcisismo e dalla vanagloria, senza più limiti e confini se
non quelli dell’immagine grandiosa di sé, si sentirono legittimati a “dire la
propria”. Be’, non proprio “a dirla”, quanto piuttosto a sbraitarla ai quattro
venti, urlando forte per imporla agli altri e giustificandola coprendo di
accuse e d’insulti chiunque osasse avversarla. Il fenomeno, lo ripeto, iniziò
in sordina, piano piano… per poi è esplodere, superando ogni immaginabile
previsione.
Allo stato attuale non è più
questione di temi importanti o secondari, di episodi o eventi da cui dipendono
chissà quali conseguenze. No! Quello che è interessante, fondamentale e
significativo osservare è l’immediata stura di rigurgiti emotivi incontrollati
e incontrollabili che, a ben vedere, non si capisce nemmeno che scopo possano
avere. Se non quello dell’affermazione ingiustificata di se stessi. Vorrebbero
sembrare pensieri… magari non eccessivamente complessi o ben strutturati… ma
comunque pensieri. E invece sono solo stati emozionali, sensazioni di bassa
lega se non, addirittura, istinti camuffati da pensiero.
Potrebbe anche darsi, come
sostengono in molti, che buona parte di questa gazzarra sia stata orchestrata
ad arte da chi trae grandi vantaggi dall’immensa confusione nella quale versa
l’attuale comunicazione umana. Di sicuro buona parte della babele nella quale ci
conduciamo non è altro che l’effetto di quell’orchestrazione se è vero, come è
vero, che ci sono persone stipendiate per gettare false notizie in rete, per
confutare quelle più veritiere e creare tendenze di pensiero del tutto
discutibili. Resta però il fatto che la maggior parte delle persone vi ha
aderito senza alcun minimo cenno di resistenza ma, anzi, convinta di
appartenere a quella sofisticata elite dallo sguardo acuto e dal pensiero fine
grazie ai quali poter sparare a zero su qualunque avversario.
La ragione o la causa del
dissenso ha poca importanza. Tutto è motivo di accuse e discussioni infinite,
condite con menzogne, insulti e improperi vari. Dalla celebrazione corretta o
ingiusta di un qualche personaggio politico, sportivo o del mondo dello spettacolo,
alla immigrazione che sta sommergendo l’Europa, dalle “guerre di pace” che
sconvolgono l’Africa ai tatuaggi sull’inguine di Belen. Tutto fa brodo, non c’è
notizia che non abbia il potere di sconvolgere qualcuno, di toccarlo nel sancta sanctorum delle sue rigide
certezze e quindi amareggiarlo offenderlo e inorridirlo… oppure confermarlo
ed esaltarlo… ma comunque facendogli sentire la necessità di testimoniare al
mondo la propria verità distruggendo quella degli altri.
Alcuni esempi:
- Verso la primavera del 2015,
almeno qui da noi in Italia, si accende prima e divampa poi una vera e propria
guerra di principio sulla così detta “Teoria del Gender”, secondo la quale
l’appartenenza al genere sessuale maschile o femminile sarebbe un evento
culturale e non biologico. Esiste o non esiste una teoria del genere? Quali
sarebbero le sue basi scientifiche? E se esiste, come andrebbe interpretata?
In verità convincimenti simili a
quelli attribuiti alla teoria del gender erano presenti fin dalla seconda metà del
‘900 (penso al libro della Elena Gianini Belotti “Dalla parte delle bambine” uscito in Italia nel 1973) e che creò,
anche allora, assensi e dissensi.
Io fui, e sono tuttora, uno dei
convinti contestatori di quel libro.
Ma non è questo il punto. È che all’epoca
i toni erano molto più pacati e, quasi sempre, si cercava il conforto nell’equanimità
della ricerca scientifica e di un ragionamento pacato. Quello che oggi sgomenta
(o almeno dovrebbe sgomentare) non è tanto l’asservimento di una teoria
all’ideologia politica, ai grandi interessi finanziari o alla fede religiosa
(questo, in verità, accadeva anche allora), quanto piuttosto la totale
ignoranza e non conoscenza dei suoi complessi presupposti da parte di chi poi
presume di difenderla o di oltraggiarla, la sua strumentalizzazione
fraudolenta, la manipolazione o la distorsione dei dati, la loro
de-contestualizzazione e, soprattutto l’intensità dell’odio che caratterizza la
discussione. E che, bisogna ammettere, è tanto più violento e intransigente
quanto più è espresso da persone che non hanno alcuna preparazione specifica ma
che, con la loro partecipazione al dibattito (dibattito?) scaricano piuttosto
condizionamenti e frustrazioni personali.
- Il dottor Angelo Consoli è il
presidente del CETRI e ha dedicato tutta la propria vita alla ricerca delle
energie sostenibili o rinnovabili. In occasione dello scandalo Volkswagen,
scrive un articolo, per altro molto pacato, nel quale si prefigge di spostare
l’attenzione del lettore dal fattaccio vero e proprio delle centraline truccate
agli interessi delle lobbie del combustibile fossile. In questo contesto
riporta la notizia dell’esistenza di case automobilistiche (GM, Honda e Toyota)
che già dal 2004 avrebbero messo a punto modelli di auto ibride innovative, che
sfruttando l’elettrolisi e l’energia elettrica potrebbero sostituire del tutto
le auto con il motore a scoppio. Di ognuna di queste case automobilistiche il
dot. Consoli riporta link e video dove potersi accertare della
veridicità delle sue affermazioni. Le sue riflessioni sono interessanti… forse
fin troppo ottimistiche e magari mancanti di comparazioni politiche e
finanziarie, ma comunque hanno il carisma della professionalità.
Nonostante ciò, sotto la pagina
Internet sulla quale è riportato il suo articolo, subito prendono la parola un
paio di Quaquaraquà che, pur ammettendo la propria totale mancanza di
cognizioni tecniche nel settore, con una faccia tosta che ha dell’incredibile
lo tacciano di superficialità e ingenuità, di gratuita e sommersa ideologia
anti-americana, e si sforzano di farlo passare per un sognatore ecologista poco
aderente alla realtà. In poco tempo le voci a favore e contrarie si
moltiplicano, degenerando in una rissa virtuale di insulti e improperi.
- Alice Sabatini viene eletta Miss
Italia 2015. Alice è una ragazzina di diciotto anni che, come tutti i ragazzi a
quell’età, non può, né dovrebbe esibire chissà quale profondità di pensiero. È
una ragazza bella, spensierata, impegnata nello sport e nel godimento della
vita. Che male c’è? Qualcuno, però, si ostina a voler pretendere da lei, oltre
alla bellezza sfolgorante della gioventù, anche una qualche forma di saggezza.
Perciò, alle solite, insulse domande dei giornalisti: “Quale tuo desiderio
vorresti veder realizzato?” tutti si aspettano stereotipate risposte, tipo: “La
fine di tutte le guerre e della fame nel mondo!”. Per poi, ovviamente,
rilevarne con malcelata superiorità intellettuale la consueta stereotipia. Ma
Alice risponde in maniera originale, anche se bambinesca: “Mi piacerebbe vivere
nel 1942, all’epoca della seconda guerra mondiale. Tanto, come donna, la guerra
non la farei.”
È ovvio che è una scemenzuola,
una fantasia bizzarra che chissà in quali meandri psichici affonda le sue
radici, ma la stampa, la TV e i network
si scatenano montando una vicenda che, al massimo, avrebbe dovuto risolversi
con un sorriso complice di circostanza. E, invece, giù cattiverie, prese in
giro, sermoni dotti e moraleggianti.
- Massimo Mazzucco è uno dei
tanti o pochi giornalisti (insieme a Michael Moore, Giulietto Chiesa, Simon Shack e altri ancora) che sospettano del fatto che l’attentato
dell’undici settembre alle torri gemelle si sia realizzato come le fonti
ufficiali vogliono fare credere. Mazzucco ha documentato le sue perplessità con
un film di cinque ore, riportando le convinzioni di numerosi tecnici nel campo
dell’ingegneria, della demolizione di edifici, di architetti, di fisici, di
piloti di linea e quanti altri. Contro la teoria del complotto sostenuta da
Mazzucco e dagli altri, si battono numerose altre personalità del mondo
dell’informazione (giornalisti, scrittori, opinionisti), chiamate The Bunkers,
attive ognuna nel proprio paese d’origine (come mai non mi meraviglio che in
Italia, tra le loro file, ci siano Piero Angela e Umberto Eco?). Comunque,
quello che davvero conta è che chiunque davvero volesse potrebbe tentare di
farsi un’idea dei fatti o delle forze in gioco, chiunque potrebbe approfondire
alcuni argomenti e cercare conferme o contraddizioni.
Ma la maggioranza
delle persone comuni che, per chissà quale motivo, sentono il bisogno di
prendere parte al decennale dibattito, quasi sempre partono da una ignoranza di
fondo degli argomenti trattati e da inconsapevoli adesioni di parte che
affondano le loro radici nella simpatia o nell’antipatia nei confronti della
politica americana, nella convenienza personale, in motivi privati di amore o
odio e così via. E come sempre, oramai, lo scontro usa l’ingiuria, l’offesa, la
demolizione sistematica della credibilità professionale dell’altro.
- E poi ancora: “I
cannabinoidi sconfiggono il cancro!” È quanto sostiene da anni la ricercatrice
spagnola Christina Sanchez… e i suoi studi sono stati avallati dal dott.
Vincenzo Di Marzo (direttore dell’Istituto di ricerca Biomolecolare del CNR), dal
prof. Burkhard Hinz e altri numerosi studiosi di spicco. Per capire davvero
come stanno le cose bisognerebbe fare una ricerca non da poco… troppo faticoso.
Meglio schierarsi a prescindere della verità, basandosi sull’eco
impressionistica (a favore o a sfavore) che il nome “Cannabis” evoca.
Vegani e Fruttiani -
buon per loro - si stanno guadagnando un posto nel mercato alimentare. Gli
onnivori se la ridono, adducendo considerazioni mediche di tutto rispetto e
sano buon senso. Poi però eccedono non riuscendo a sostenere l’indifferenza
ascetica degli altri nei confronti dell’attrazione, spesso irresistibile, che
la buona tavola esercita su di loro. E montano la crociata del buon gusto
contro la scipitezza dei loro nemici. Vegani e Fruttiani reagiscono e tentano
addirittura di “dimostrare” la natura vegetariana dei grandi carnivori. Se non
facesse ridere, tutta questa situazione dovrebbe far piangere.
Oriana Fallaci, dopo
anni di silenzio, sconvolta dall’11 settembre, pubblica “La rabbia e l’orgoglio” in cui spara a zero sulla cultura islamica.
Tiziano Terzani, un altro grandissimo giornalista italiano, le scrive una
lettera aperta nella quale, con toni molto pacati, da grande estimatore della
collega, le contesta alcune sue prese di posizione. La stessa cosa fa la
scrittrice Dacia Maraini. Quanti profondi pensieri e motivi di riflessione in
tutti loro. Quante verità ed errori in ognuno. E quanta fatica bisognerebbe
fare per impossessarsi di un libero convincimento su un tema così ampio. Ma la
campagna pubblica, come al solito, è fatta solo di invettive, insulti pesanti e
menzogne la cui ragion d’essere è solo l’appartenenza aprioristica a uno
schieramento o ad un altro.
La stessa campagna,
in questi giorni, si è scatena sul sindaco di Roma Ignazio Marino. È un ingenuo,
un inetto, un approfittatore o una vittima designata? Per capirlo davvero
bisognerebbe essere addentro alle mille losche manovre di Mafia-Capitale.
Bisognerebbe avere l’onestà di ammettere la propria ignoranza di fondo sui
grandi giochi di potere e riconoscere di poter essere ingannati con estrema
facilità. Chi è così onesto da farlo? Meglio schierarsi secondo i propri moti
viscerali, alzare i pugni al cielo e gridare più forte degli altri.
Forza Roma!
Noooo… Forza Lazio!
Perché ormai siamo
tutti alla stadio! In uno stadio virtuale, ma pur sempre uno stadio, dove si
ama la propria squadra prima ancora di conoscerne e valutarne l’autentico
valore. Dove le proprie frustrazioni vengono espresse e dissipate, scaricate
sui gladiatori nell’arena del circo pubblico e così distratte dai Poteri Oscuri
che, proprio grazie a questa babele così abilmente alimentata, continuano
indisturbati nelle proprie iniquità.
È come se, oramai,
si fosse del tutto persa o dimenticata quella profonda fiducia nel pensiero che
da Socrate a Tommaso d’Aquino aveva sempre sostenuto le sfide dialettiche
dell’uomo sulla ricerca della verità. Quella fiducia che portava gli sfidanti a
considerare il peso e il valore della concatenazione di pensieri
dell’avversario e a non emettere giudizi gratuiti sul tema da lui proposto solo
sulla base della sua appartenenza a uno stato straniero, a una confessione
religiosa o a un partito politico. Il nemico, poi, il vero nemico era la
costruzione di pensiero dell’altro. Non l’altro, con la sua inevitabile, e
perciò comprensibile, fallace umanità.
Adesso però, per non
incorrere nello stesso errore che questo articolo vorrebbe denunciare,
permettetemi di alzarmi in volo e guardare le cose dall’alto: forse tutta
questa gazzarra si rivelerà fine a se stessa. Forse è solo l’inizio di quella
degradazione finale verso la quale lo Spirito dei Nuovi Tempi vorrebbe condurci
e verso la quale tutti noi ci stiamo precipitando gridando a squarciagola, con
i pugni alzati e un sorriso beota dipinto sul volto.
Tuttavia c’è una
speranza… è fioca fioca, come la luce emanata da uno striminzito fiammifero
acceso al centro di una buia caverna. È appena un barlume… ma c’è.
La speranza è che
questo impulso di autonomia, questo voler parlare per forza a proprio nome,
usato e abusato finora in modalità così sguaiate, non sia che il primo vagito
di quella ben più ampia facoltà di libero pensiero che, ci auguriamo, un giorno
l’uomo potrebbe raggiungere. La speranza è che sempre più persone arrivino a
provare disgusto per questa sarabanda di chiacchiere inutili e si rifiutino di
ascoltarle e di generarle.
Basterebbe poco.
Basterebbe che accettassero l’idea che non si nasce con la capacità di pensare
acquisita una volta per tutte ma che, al contrario, tutti dobbiamo imparare a
farlo, possibilmente prima di aprire bocca. Basterebbe riconoscere che il sano
pensare è difficile e costa fatica, mentre rivestire di pensieri la propria
animosità è molto, molto più semplice e gratificante. Peccato sia inutile.
Oltre a ciò,
bisognerebbe trovare il coraggio di abbandonare qualunque partito preso,
qualunque fideismo, per quanto nobile possa sembrare - materialismo,
spiritualismo, comunismo, fascismo, cattolicesimo, buddhismo, islamismo o
invece ateismo, pacifismo, razzismo, femminismo, maschilismo, perbenismo o
nichilismo - insomma, basterebbe smettere di tifare per una
squadra o per l’altra solo per partito preso e riconoscere che la verità è Un Essere in continuo movimento.
Già… La Verità è un
Essere Vivente e, se Lo si vuole anche solo intravedere, bisogna che il
nostro pensiero si muova alla sua stessa velocità, liberandosi da tutto ciò che
vorrebbe invece imprigionarlo nei limiti di una qualsivoglia categoria.
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